1000MIGLIA: TRE PILOTI A CONFRONTO

ICONE DELL'AUTOMOBILISMO

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Foto di LP Studio 90 da Pixabay
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Mancano ormai pochi giorni all’ inizio della 1000Miglia. La corsa più bella del mondo avrà luogo a Brescia da domanica 11 giugno a sabato 17 giugno. La prima auto partirà a mezzogiorno del 13 giugno. Sabato 17 giugno tutto terminerà con la chiusura della gara alle ore 18 dove presso i paddok della 1000Miglia avverranno le premiazioni.

L’evoluzione della 1000Miglia, da velocità a regolarità

La 1000Miglia è stato davvero un evento fortunato. Tante gare automobilistiche dei tempi passati sono sparite, sono “decedute” con il tempo e con l’avvento incalzante di un progresso tecnologico molto veloce. Dopotutto credo che la 1000Miglia concepita come ai tempi gloriosi del 1927, con il traffico presente oggi sulle strade e con l’organizzazione stradale piena di regole, sarebbe non solamente impensabile ma anche eccessivamente pericolosa. Dopotutto la 1000Miglia di velocità iniziò nel 1927 senza dare alcun problema ma con il passare del tempo, le automobili iniziarono a divenire sempre più potenti e veloci, più leggere, più performanti. Si pensi che la 1000Miglia dal 1927 per parecchi anni  si svolgeva in sole 24 ore. I piloti viaggiavano giorno e notte, senza dormire, sempre con i riflessi ai massimi livelli, correndo a gran velocità per vincere la corsa più importante del mondo, il trampolino di lancio, che avrebbe aperto loro le porte alle maggiori case automobilistiche di allora. Il progresso tecnologico delle autovetture dagli esordi della 1000Miglia al 1957, anno in cui venne definitivamente chiusa nella modalità originale di velocità, mise sempre più a dura prova le corse su strada. Già le autovetture da corsa negli anni 50 erano in grado di andare oltre la soglia dei 200 KM orari, le strade erano pubbliche, e non certo asfaltate come quelle che oggi conosciamo. I tratti di strada ancora “bianchi” non erano una rarità, anzi. L’Italia non era l’Italia di oggi ma una nazione che si svilupperà quasi un decennio più tardi, con il boom economico dei recenti anni 70.

Foto di LP Studio 90 da Pixabay

Diciamo che il periodo di transizione che ha portato la 1000Miglia di velocità fino al fatidico 1957 avrebbe visto da una parte un grande e veloce sviluppo tecnologico da parte delle scuderie automobilistiche di quei tempi, dall’altro canto un lento sviluppo nel miglioramento della viabilità. Diciamo che le automobili si sviluppavano più delle infrastrutture. L’Italia il vizio di viaggiare sempre in modo impari non lo ha mai perso. Anche oggi il vizietto resta purtroppo una prerogativa tutta italiana. I piloti a quei tempi erano molto competitivi. Si pensi al fatto che a quanto si narra, il driver Ferrari Alfonso De Portago pur accorgendosi di avere uno pneumatico danneggiato, preferì correre verso la vittoria a Brescia. Il fatto di essere in zona Guidizzolo in testa alla gara a non molti km dal traguardo decretò la fine della 1000Miglia di velocità. Essendo in vantaggio De Portago darà il tutto e per tutto per vincere, tuttavia il fato decise diversamente. Il pilota Ferrari divenne vittima del tristemente famoso incidente e la vittoria passò di mano ad un altro grande driver, Piero Taruffi meglio conosciuto come “la volpe argentata”.

Tre piloti a confronto

In questo caso siamo di fronte a tre grandissimi driver molto diversi caratterialmente parlando. Ora analizzaremo un po’ il carattere dei tre grandi driver durante la 1000Miglia di allora. Alfonso De portago amava andare sempre oltre i proprio limiti. Questo pilota spagnolo doveva essere un driver molto adrenalinico ed esageratamente competitivo, in effetti fu anche campione di bob. Le gare di bob sono risaputamente adrenaliniche e non certo prive di rischi. De Portago a quanto pare era disposto a rischiare il tutto e per tutto per vincere la 1000Miglia del 1957. Giovane, playboy, adrenalinico, affascinante, frequentante il Jetset di allora. De Portago lo potremmo definire un grande pilota e lo ha dimostrato sino al momento dell’incidente ma anche una sorta di “divo”. Piero Taruffi al contrario aveva un carattere molto diverso. Padre di famiglia tipicamente italiano, con un modo modo di correre molto meticoloso, molto ponderato e studiato. L’ingegnere era un calcolatore in tutto. La volpe argentata prima di partecipare ad una gara, percorreva più volte assieme alla moglie, il tracciato di gara segnandosi meticolosamente ogni curva, ogni possibile pericolo, dislivello stradale in modo da affrontare il circuito nel modo migliore e ridurre al massimo i rischi intrinsechi nella gara. Taruffi era un driver molto tecnico, e da una parte forse poco istintivo. Questo particolare carateriale gli ha permesso di vincere la 1000Miglia nel 1957, l’ultima 1000Miglia di velocità. Un terzo driver molto particolare era Tazio Nuvolari. In questo caso si trattava di un pilota più vicino caratterialmente a De Portago in fatto di istintività e spericolatezza quindi molto distante dallo stile tecnico di Piero Taruffi. Nuvolari si può dire che fu uno dei piloti, che tramite le proprie peripezie (che divennero epiche) contribuì a creare il fascino misterioso della 1000Miglia. Un vero “giocoliere della velocità”, un driver che intrinsecamente aveva l’innato istinto dell’uomo di spettacolo. Quando Nuvolari era in pista non solo vinceva ma la gara diveniva un vero e proprio spettacolo per la gioia del pubblico. Nuvolari sapeva farsi amare dal pubblico, apprezzare dai produttori di autoveicoli da corse. Nuvolari era un pilota eccezionale ma anche un grande conoscitore della meccanica automobilistica. Questo particolare gli permise spesso di arrivare quasi sempre al traguardo.

Foto di Toby Parsons da Pixabay

Nivola era un pilota alla vecchia maniera, intrepido, in grado di arrivare alla vittoria e vincere una 1000Miglia con la vettura a pezzi vi sembra poca cosa? Nuvolari era capace di tutto. Si narra che si posizionò al primo posto ad una 1000Miglia con il navigatore che accucciato sotto il cruscotto della vettura gli teneva il piantone volante nella sede affinchè potesse vincere la gara e se non erro la vinse arrivando al traguardo oltrettutto senza il cofano. Insomma le avventure rocambolesche di Tazio Nuvolari restano una pietra miliare quando si parla di 1000Miglia.

La moderna 1000Miglia

Oggi la gara prosegue nella tipologia di regolarità, una tipologia di gara automobilistica che si presta molto all’organigramma stradale dei nostri tempi. Possiamo quindi affermare che la 1000Miglia alla fine sarà una delle gare automobilistiche che non sparirà dalla scena per il fatto di aver saputo modificarsi, adattandosi ai tempi moderni. La 1000Miglia moderna non vanta solamente la 1000Miglia classica ma tante altre gare come la Coppa delle Alpi, la Sorrento Roads per non parlare delle gare che si corrono in territorio straniero come la 1000Migia Experience e la Warm Up.






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